In un nostro precedente articolo (qui il link) abbiamo parlato di come il cash flow, ovvero l’insieme degli incassi e dei pagamenti che entrano ed escono dal conto corrente aziendale, sia uno strumento indispensabile per l’imprenditore al fine di capire se la propria azienda genera ricchezza in termini monetari, al di là del valore economico teorico rappresentato dall’utile di conto economico.
Cosa succede se, da un’analisi del cash flow aziendale, ci rendiamo conto che gli incassi non sono sufficienti per far fronte a tutti i pagamenti?
Quali sono i motivi e i punti chiave dove poter intervenire per sistemare la situazione?
Premetto che dare una risposta esaustiva a queste domande risulta molto difficile con un semplice articolo…
…in primis perché questo articolo diventerebbe un trattato lunghissimo di economia aziendale ed in secondo luogo perché non esiste una soluzione uguale per tutti, ma essa deve essere costruita sulla base delle specifiche esigenze dell’azienda, come un sarto che realizza un abito su misura per il cliente.
Possiamo però suggerire tre delle cause più comuni che minacciano l’equilibrio economico e patrimoniale di un’azienda:
1) EBITDA negativo: un primo importante segnale di allarme di difficoltà finanziaria è il valore dell’Ebitda (o margine operativo lordo) ovvero la differenza tra i ricavi e i costi della gestione operativa – tra cui anche il costo del personale – e ci indica in modo approssimativo quanta cassa la nostra azienda potrebbe generare. (clicca QUI per vedere un video approfondito sull’EBITDA)
Se questo valore è inferiore a zero significa che i costi operativi superano i ricavi, pertanto prima o poi sicuramente i pagamenti supereranno gli incassi.
Per risolvere questo tipo di problema è necessario intervenire tempestivamente riducendo i costi e apportando le dovute azioni correttive a livello di conto economico.
2) CICLO MONETARIO TROPPO LUNGO: il ciclo monetario è il periodo che intercorre tra l’uscita di denaro per il pagamento delle materie prime e l’incasso delle vendite.
Un ciclo monetario troppo lungo rappresenta la seconda causa più frequente di squilibrio finanziario, in quanto pagare i fornitori prima di incassare dai clienti incide negativamente nella gestione del cash flow.
Per risolvere questo problema è necessario rivedere le condizioni di pagamento dei fornitori e/o le dilazioni concesse ai clienti.
In caso questo non sia sufficiente o possibile, è da valutare il ricorso ai fidi bancari.
L’affidamento bancario permette infatti di compensare il gap monetario rendendo l’attività sostenibile da un punto di vista finanziario.
Facciamo un esempio con un’azienda metalmeccanica (Azienda 1) che si occupa di installazione di impianti:
Caso 1) Azienda 1 senza fido per anticipo fatture.
Caso 2) Azienda 1 con fido per anticipo fatture.
Come si può vedere da questo semplice esempio, nel caso 1) senza il fido bancario, l’azienda dopo un mese ha un problema di liquidità perché non ha i soldi per pagare i fornitori in scadenza.
Nel caso 2) invece, il fido bancario ha anticipato l’incasso delle vendite e permesso all’azienda di far fronte ai propri impegni finanziari.
3) STRUTTURE PATRIMONIALI NON EQUILIBRATE: per fare previsioni di cash flow corrette è necessario, preventivamente, analizzare la struttura patrimoniale aziendale e valutare la sua solvibilità nel breve e nel lungo periodo.
Un’azienda è solvibile – ovvero capace di far fronte ai propri impegni finanziari – quando:
- Nel breve periodo quando l’attivo corrente è uguale o maggiore del passivo corrente (a tal fine si considerano tutte le poste dello stato patrimoniale liquidabili entro i successivi 12 mesi).
- Nel lungo periodo quando l’attivo immobilizzato è pari o superiore alla somma di passivo consolidato e patrimonio netto.
Se, ad esempio, il passivo corrente (debiti da pagare entro 12 mesi) è maggiore dell’attivo corrente (crediti che si presume di riscuotere entro 12 mesi) potrebbe significare che una parte di attivo immobilizzato, ad esempio l’acquisto di un macchinario, è stato finanziato con passività correnti.
Questo è un errore molto frequente ed allo stesso tempo molto grave ai fini della pianificazione del cash flow, in quanto il macchinario acquistato si prevede genererà flussi di cassa positivi nel corso di più anni e pertanto dovrà essere finanziato con capitale di terzi, il cui rimborso deve avvenire in un orizzonte temporale di lungo periodo.
Ciò significa che deve esserci coerenza temporale tra i flussi di cassa in entrata generati dall’investimento e i flussi di cassa in uscita per il rimborso del debito.
Ovviamente come dicevo all’inizio dell’articolo queste sono le 3 cause più comuni che possono minacciare la liquidità aziendale, però ogni situazione è a sé e deve essere valutata in maniera separata.
Se quindi sei un imprenditore del settore metalmeccanico e vorresti che la tua azienda oltre a fare utili, riuscisse ad avere la giusta liquidità sul conto corrente a fine anno, evitando spiacevoli sorprese, allora entra in contatto con noi.
Ci confronteremo per capire come lavorare sui flussi di cassa per riuscire a trasformare correttamente l’utile in disponibilità di cassa.
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