Per rispondere a questa domanda – che fin troppo spesso ci è stata posta quando aiutiamo gli imprenditori nella pianificazione della loro gestione aziendale – è necessario fare un’ importante premessa: l’utile risultante dal bilancio non corrisponde alla disponibilità di denaro presente nel conto corrente.
Può sembrare un’affermazione banale e scontata ma, quando ci si trova di fronte ad un’azienda che chiude il bilancio realizzando un utile si pensa ad un’azienda fiorente e sana, tuttavia non è detto che sia veramente così e sarà necessaria un’attenta analisi dei flussi di cassa (“cash flow”) per poter esprimere un giudizio corretto.
Lo spieghiamo con un caso pratico molto semplificato, confrontando due aziende ALFA e BETA con uguale utile ma flussi di cassa differenti:
L’azienda Alfa si occupa di realizzazione di componenti per veicoli e genera ricavi per €.1000 , sostiene costi per €.600, e al termine dell’anno realizza un utile di €.400.
Sappiamo che è uso e consuetudine nei rapporti commerciali concedere ai propri clienti delle dilazioni di pagamento; nello specifico, l’azienda Alfa è molto attenta nella gestione dei crediti verso i propri clienti e incassa tutti i 1.000€ nel corso del mese in cui è avvenuta la vendita, di conseguenza può pagare i 600€ ai propri fornitori presso i quali aveva acquistato le materie prime.
Nel conto corrente rimangono ancora 400€ che la società potrà utilizzare per pagare le tasse di €.90, premiare i propri dipendenti, reinvestire nell’acquisto di un nuovo impianto o distribuire ai propri soci.
Anche l’azienda Beta si occupa di realizzazione di componenti per veicoli e anche Beta genera ricavi per €.1000 , sostiene costi per €.600 e realizza un utile di €.400.
Tuttavia, a differenza di Alfa, non è attenta alla gestione dei propri crediti, concede troppa dilazione di pagamento e nel primo mese incassa solo €.500 rispetto alle vendite di 1.000€.
Nel conto corrente non ci sono i soldi per pagare tutti i fornitori, infatti gli incassi sono stati di €500 a fronte di pagamenti per €.600, non riesce a pagare le tasse di €.90 mentre il fornitore che avanza €.100 si stanca di attendere il pagamento e avvierà un contenzioso con l’azienda insolvente.
Ovviamente abbiamo semplificato le due casistiche rispetto alle complesse dinamiche che si verificherebbero in una situazione reale; tuttavia appare chiaro che, a parità di costi e ricavi, l’azienda Alfa ha incrementato le proprie risorse economiche grazie ad un flusso di cassa positivo, mentre l’azienda Beta ha bruciato denaro a causa di un flusso di cassa negativo.
Possiamo quindi affermare che i risultati di conto economico (ricavi, costi, utile..), da soli, non determinano il successo o il fallimento di un’azienda, ma devono essere analizzati unitamente ad un altro strumento fondamentale per un imprenditore, ovvero la gestione del cash flow (in italiano: il flusso di cassa), l’insieme degli incassi e dei pagamenti che entrano ed escono dal conto corrente aziendale.
Se sei arrivato a leggere fino a queste righe e hai capito cosa significa cash flow, ti sarai anche già dato una risposta alla fatidica domanda che preoccupa molti imprenditori: perchè, pur generando un utile, non riesco a far fronte ai miei fornitori, alle banche e alle tasse?
Spesso la risposta sta appunto in una attenta gestione del flusso di cassa e nella redazione periodica di un budget aziendale.
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